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Mostra al Palazzo Attems Petzenstein Gorizia

  • Immagine del redattore: Marina Ruggieri
    Marina Ruggieri
  • 31 ott 2024
  • Tempo di lettura: 5 min

ITALIA SESSANTA. ARTE, MODA E DESIGN. DAL BOOM AL POP

Gorizia, Palazzo Attems Petzenstein, 27 giugno-31 ottobre 2024

Un decennio controverso, quello degli anni Sessanta in Italia e, probabilmente anche per

questo, molto affascinante. Dal boom economico degli anni Cinquanta, del quale subisce ancora le benefiche conseguenze nella prima metà, passerà gradualmente a profondi mutamentisocio-politici ed anche artistici, momenti di riflessione e di critica che inevitabilmente contageranno anche il mondo della creatività generando nuove esigenze, nuove visioni e nuovi approcci, non di rado provocatori, sul modo di vivere, di abitare, di lavorare, di vestire e di trascorrere il tempo libero.

La necessità di cambiamento finirà per investire non solo forme e materiali ma anche lo

stesso spazio abitativo che, dalla tradizionale disposizione a stanze con arredo fisso, progettato per una specifica funzione, si trasforma in uno spazio libero con arredi polifunzionali. Nel 1961 apre a Milano il Salone del Mobile, consolidando l’intesa instauratasi nel decennio precedente tra architetti, designer e imprenditori illuminati e coraggiosi, all’origine del Made in Italy. Accanto alla continuità di una produzione che potremmo definire “classica”, l’incremento di sperimentazioni e di nuovi processi industriali decreterà il trionfo delle materie plastiche: scocche lisce, leggere e colorate, schiume poliuretaniche autoportanti consentiranno alla progettazione maggior libertà, fantasia e flessibilità. La Pop Art, esposta alla Biennale di Venezia nel 1964 e alla Fortezza da Basso a Firenze nel 1965, unitamente al Radical Design, che prende piede nella seconda metà del decennio rivendicando l’importanza dell’invenzione poetica a discapito della funzionalità, e ad eventi d’impatto universale, come l’alluvione di Firenze nel 1966, le contestazioni studentesche del 1968 e lo sbarco sulla Luna nel 1969, contribuiranno a cambiare il volto del design italiano.

La selezione proposta ha privilegiato pezzi iconici come la poltrona Elda e il monoblocco Mini Kitchen di Joe Colombo, la poltrona gonfiabile Blow di De Pas e D’Urbino, la sedia pieghevole Plia di Giancarlo Piretti, la seduta polifunzionale Superonda di Archizoom, il divano in poliuretano espanso Bocca di Studio 65, il mitico Sacco di Gatti, Paolini e Teodoro reso celebre dai film di Fantozzi, la sedia per bambini K4999 di Marco Zanuso e Richard Sapper in polietilene a stampaggio e la sua evoluzione nella celebre Selene di Vico Magistretti, per arrivare alla Serie UP di Gaetano Pesce in poliuretano espanso, rivoluzionaria sia nel settore degli imballaggi che nel design antropomorfo, morbido e

narrativo che riesce a rendere unico un prodotto seriale. Nel campo dell’illuminazione eccellono Achille e Pier Giacomo Castiglioni con le lampade Arco e Toio oltre alla fortunata serie di lampade in cocoon per Flos, Vico Magistretti con Eclisse, Elio Martinelli con Cobra, Umberto Riva con la futuribile E63, accanto a creazioni di Joe Colombo, Gae Aulenti, Gino Sarfatti, Gio Ponti e Tobia Scarpa.

Il design industriale applicato al mondo della comunicazione, della musica e dello spettacolo produce oggetti tecnici che hanno segnato la storia del design italiano, come il telefono Grillo, caratterizzato da un meccanismo a cerniera bivalve comune alla Radio TS502, ambedue disegnati da Zanuso insieme a Sapper, autori anche del televisore Algoll 11, con lo schermo rivolto in su verso lo spettatore. Ai giovani, nuovi fruitori cui il design italiano degli anni Sessanta mostra evidente attenzione, è dedicata anche la macchina da scrivere Valentine, progettata in ABS rossa da Ettore Sottsass per Olivetti e il cosiddetto “mangiadischi” portatile Ga45 Pop di Mario e Dario Bellini. Per una visione più completa non può mancare la produzione vetraria che avrà la sua rilevanza all’interno dell’esposizione, con esemplari di Ludovico Diaz de Santillana, Fulvio Bianconi, Toni Zuccheri e Thomas Stearns per Venini, di Sergio Asti e Luciano Gaspari per Salviati, di Ercole Barovier per Barovier & Toso, oltre ad Archimede Seguso, Alfredo Barbini, Anzolo Fuga e Gino Vistosi. La ceramica, da sempre oggetto di sperimentazione da parte degli artisti e dei designer italiani, sarà presente con creazioni di Franco Gentilini, Lucio Fontana, Alfonso Leoni, Alessio Tasca, Gio Ponti, Ico e Luisa Parisi, Ettore Sottsass, Angelo Mangiarotti e Ambrogio Pozzi. Attenzione al territorio verrà riservata con le ceramiche artistiche di Torviscosa, i progetti di Gino Valle per Solari e per Fantoni, i

mobili di Werther Toffoloni e Piero Palange per Gervasoni e i gioielli dei fratelli asaldella e di Sergio Mazzola.

Nelle sale di Palazzo Attems Petzenstein l’allestimento si articolerà in diversi temi:

1. Cinema e TV

2. Luna

3. Metallo

4. Plastica

5. Minimal / geometrico

6. Natura

7. Optical

8. Pop

9. Colore

10. Giovani e “Britaly”

Per quanto riguarda la moda, gli abiti e gli accessori esposti saranno di design e produzione italiana, pezzi di grande popolarità che hanno vestito gli italiani nel corso del decennio accanto ad eccellenze della creatività nazionale. Ci saranno abiti di grandistilisti come Valentino, Capucci, Irene Galitzine, Missoni, Pucci, Balestra, accompagnati da accessori di fama internazionale come le scarpe e le borse di Ferragamo, di Gucci o di Roberta di Camerino. Negli ambienti della società elegante

furoreggia il Pigiama Palazzo inventato da Irene Galizine, che sdogana il pantalone come capo da sera, ma la vera novità sarà costituita dalla presenza di capi pensati per l’emergente mercato dei giovani, una nuova categoria di consumatori che entra prepotentemente in scena: capi prodotti in taglia, sideralmente distanti dall’esclusività dell’alta moda, evoluzione della “moda boutique” nata nel decennio precedente che, a sua volta, aprirà la strada al prêt-à-porter, destinato a trionfare nel decennio successivo. Si cominciano a vedere esperimenti di abiti e accessori fatti con materiali inusuali come la plastica ed è molto evidente l’influenza dell’arte, sia Op che pop. Si approfondirà la

collaborazione di Getulio Alviani e Germana Marucelli, che ha dato vita ad uno dei più importanti binomi moda-arte.

Il pubblico dei giovani, complice anche il già citato, rivoluzionario, “mangiadischi” che permette di portare facilmente con sé la musica in qualsiasi luogo, mette le ali al mercato legato alla musica veicolata dai dischi 45 giri, che avevano fatto la loro apparizione negli anni Cinquanta ma che avranno la loro consacrazione proprio negli anni Sessanta. Gli strumenti musicali cambieranno di aspetto e diventeranno oggetti di design: iconica la chitarra della Eko, Rocket, ideata dal geniale Oliviero Pigini per il gruppo musicale The Rokes. In mostra sarà esposto l’originale appartenente al chitarrista del complesso inglese Johnny Charlton. A questo proposito, una sezione sarà dedicata alla “Britaly”, la British Invasion. Molti artisti e musicisti britannicisaranno, infatti, attratti dal nostro Paese e vi si stabiliranno portando con sé la nuova ventata culturale proveniente dal Regno Unito.

Dalla minigonna alla musica, all’arte: novità che l’Italia assorbe e ripropone con buon gusto e genialità.

L'arte contemporanea del periodo produce opere originali e innovative e alimenta la

creatività di altri settori, funge da attraente catalizzatore per tutti coloro che guardano al nuovo, che desiderano voltar pagina e si tuffano con slancio nella modernità, verso il futuro. Nuove figurazioni e forme, tra Pop e Op, particolari materiali e nuove tecnologie informano la ricerca più sperimentale. Dai grandi centri di produzione culturale, Roma e Milano, s’irradiano le nuove idee verso le periferie, che si fanno partecipi dei diversi movimenti artistici. Così, nella mostra, a fare da contrappunto alla grande visibilità del design e della moda, le opere d'arte contemporanea scandiranno il ritmo della visita con opere di grandi protagonisti appartenuti alla Scuola di Piazza del Popolo della capitale, quali Mario Schifano e Giosetta Fioroni, o quelle di Valerio Adami o Lucio del

pezzo legate alla metropoli milanese. Sarà però dato spazio anche a nuovi modelli estetici quali l'environment (Luna, Fabio Mauri) e i multipli che estendevano gli orizzonti estetici diffondendo una nuova sensibilità generale, che sarà raccolta anche in Friuli Venezia Giulia da grandi autori, quali Getulio Alviani e Miela Reina, e da coraggiosi operatori culturali che desideravano aprire il territorio alla ricerca e all'underground.

La mostra sarà curata da Carla Cerutti per il design, Enrico Minio Capucci e Raffaella Sgubin per la moda e Lorenzo Michelli per le arti visive, nell’intento di raccontare le contaminazioni tra i diversi linguaggi espressivi che hanno caratterizzato il decennio. Il progetto si pone come ideale prosecuzione della mostra Italia Cinquanta.

Moda e Design. Nascita di uno stile, tenutasi a Palazzo Attems Petzenstein nel 2023.

Gioielli firmati Filippini Art


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